Con il proliferare delle apparecchiature elettroniche domestiche, si sono moltiplicate le batterie necessarie ad alimentarle.
Ne esistono di moltissimi tipi ma quelle più diffuse nelle nostre case sono le cosiddette “stilo” (AA) e le “ministilo” (AAA), tutte da 1,5V delle quali esistono le versioni usa e getta e le ricaricabili che, a seconda delle specifiche, possono essere ricaricate anche migliaia di volte.
I dispositivi elettronici che usano questo tipo di batterie sono tanti:
- telecomandi
- orologi da parete
- sveglie
- lampade da armadio
- telefoni cordless
- bilance
- cuffie wireless
- rasoi
- giocattoli
- ecc.
Misurando, con un comune multimetro, una batteria nuova, la tensione ai suoi capi può anche arrivare a 1,6V.
Ma quando la tensione risulta essere inferiore ad 1V, allora la batteria non è più utilizzabile e va (nel caso di batteria usa e getta) riciclata (ove possibile), gettata negli appositi contenitori per lo smaltimento o (nel caso di batteria ricaricabile) ricaricata a meno che non abbia raggiunto il suo fine vita e non si ricarichi più.
Quando il dispositivo non funziona più (il telecomando non comanda la televisione, la lampada non si accende, l’orologio si ferma, ecc.), siamo soliti pensare che la batteria si sia esaurita e, quindi, procediamo come sopra.
Ma se ogni volta, prima di gettarla, la misurassimo, ci accorgeremmo che, molto spesso, la sua carica non è ancora scesa sotto 1V ma che, anzi, può presentare valori fino a 1,4V.
Cosa significa questo? Significa che la batteria in questione può essere utilizzata per altri dispositivi. Un dispositivo a motore, ad esempio come il rasoio, è possibile che richieda sempre una carica efficiente e che non funzioni più quando la tensione della batteria scenda a 1.3/1.4V… Ma questa tensione è ancora sufficiente per alimentare, per diverso tempo, ad esempio, un telecomando o una lampadina a LED, ecc. Quindi, invece di buttare la batteria o procedere ad un nuovo ciclo di ricarica, è possibile utilizzarla altrove.
In questo modo si risparmia tantissimo dal punto di vista economico e si riduce l’impatto ecologico derivante dall’inquinamento che certo smaltimento produce.
Infine, qualcuno potrebbe obbiettare di non avere un multimetro a casa ma, dal momento che il suo costo può arrivare ad essere di soli 15€ e che può essere utilizzato anche per altri scopi, il suo acquisto potrebbe rappresentare un buon investimento!